È passata un’era da quando nel lontano 1889 la seconda internazionale decise che il primo maggio sarebbe stata una giornata di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori di tutto il mondo nel ricordo vivo della sanguinosa repressione della polizia che tre anni prima aveva colpito una manifestazione operaia a Chicago.
Il movimento operaio statunitense era all’avanguardia all’epoca ed aveva coniato una rivendicazione assai efficace: otto ore di lavoro, otto ore per lo svago e otto ore per dormire.
L’idea di una giornata parzialmente liberata.
Colpisce come tali rivendicazioni appaiano ancora di estrema attualità, segno della virulenza dell’attacco del capitale ai diritti del lavoro e più in generale alle condizioni di vita delle classi popolari.
Finita da tempo la stagione delle conquiste, il primo maggio internazionale si misura quest’anno con le conseguenze drammatiche della sindemia globale indotta dal virus.
Nell’ultima assemblea virtuale della rete internazionale del sindacalismo conflittuale i tanti compagni e le tante compagne intervenuti/e hanno testimoniato una situazione in larga misura comune nei diversi paesi.
Il fallimento della capacità di risposta della sanità pubblica dopo decenni di taglieggiamenti, il calo dell’occupazione e un ulteriore impoverimento dei settori più esposti della popolazione. Infine il rischio concreto di licenziamenti di massa.
Ciò testimonia, una volta di più, il bisogno e l’urgenza di riprendere il filo interrotto di un internazionalismo del mondo del lavoro.
Compito non semplice nel momento in cui la crisi induce inevitabilmente a tentazioni nazionaliste o aziendaliste il sindacato.
Nel nostro paese sarebbe stato utile costruire un primo maggio unitario e plurale di tutto il sindacalismo conflittuale e delle realtà di movimento. Ci sono esempi positivi in alcune città ma certo siamo lontani dalla costruzione di una vera unità d’azione.
Purtroppo si continua a sottovalutare la durezza di fase e il rischio concreto che il sindacalismo conflittuale possa essere sempre più marginalizzato sino a scomparire.
La pandemia sta accelerando processi in corso da decenni in tema di monopolio sindacale e contrattazione.
Per Union l’obbiettivo continua a essere quello di contribuire all’unità sindacale.
Questo è per noi il miglior augurio di questo primo maggio.