NOUVELLES DE LA FRANCE

Immagine ELABE da Twitter

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE IN FRANCIA

Siccome i giornali italiani non ne parlano, vi informiamo noi.

Giovedì 8 giugno sarà una giornata fondamentale per le sorti della Macronia.

Quel giorno verrà infatti discussa all’Assemblea Nazionale una legge presentata dal gruppo parlamentare LIOT (Libertés Indépendants Outre-mer et Territoires) che mira ad abrogare l’articolo chiave della riforma delle pensioni, quello che porta da 62 a 64 anni l’età pensionabile.

Il gruppo in questione è esterno alla sinistra unitaria francese (NUPES) – occupa di fatto una posizione centrista – ma è molto sensibile ai problemi democratici e intende concorrere alla sconfitta dell’autoritarismo macroniano e porre fine ai disordini di piazza che si susseguono da mesi.

La scelta non è casuale: una legge presentata da tale gruppo può essere votata senza problemi sia dalle opposizioni di sinistra sia da quelle di destra, e ha ottime probabilità di ottenere anche il consenso dei repubblicani (ago della bilancia per le sorti del governo di Elisabeth Borne).

Le probabilità che la legge venga approvata sono talmente alte che il partito macroniano sta facendo pressioni e acrobazie di ogni tipo perché essa venga considerata inammissibile, per esempio chiedendo alla presidenza dell’Assemblea di dichiararla incostituzionale per assenza di copertura finanziaria (potere che tale carica non ha, come la stessa Presidente Yaël Braun-Pivet ha fatto notare) e perfino prospettando un ricorso alla Commissione Finanze dell’Assemblea stessa.

Peccato – per i macronisti! — che il presidente di tale commissione, ossia colui che dovrebbe decidere sul ricorso, sia quello stesso Eric Coquerel (France Insoumise) che è tra i sostenitori dell’iniziativa del gruppo LIOT.

In breve: il panico serpeggia in Macronia, dato che un voto favorevole a una legge che cancella la riforma delle pensioni significherebbe un ceffone formidabile tirato sul grugno del Governo e (di conseguenza) del Presidente della Repubblica, che da tempo si sono messi contro un intero paese, ma altresì la certificazione definitiva che quel Governo e quel Presidente non godono più di alcun consenso neppure in Parlamento.

I sindacati, dal canto loro, si sono schierati in modo compatto e senza eccezioni a favore alla legge, e hanno già indetto per il 6 giugno una grande manifestazione a sostegno dell’iniziativa parlamentare.

Nell’immagine: un grafico ufficiale sull’opinione pubblica francese intorno alla legge che verrà discussa tra pochi giorni, dal quale si evince che la situazione non è cambiata e che il popolo persiste a non volere la riforma delle pensioni. (67% contro 33%).