LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE “SMART” DI DRAGHI, BRUNETTA E CGIL CISL UIL

DI MARIA PIA ZANNI

Innovazione tecnologica e digitalizzazione, competenze e flessibilità: su queste direttrici il Governo offre a Cgil Cisl e Uil, che sottoscrivono in cambio di una ritrovata concertazione sindacale e del monopolio della rappresentanza, il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, e un deciso impulso ad avviare la stagione dei rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021 per 3,2 milioni di lavoratori pubblici.

Si passa dalla cd. omogeneizzazione dei trattamenti retributivi in ottica di contenimento della spesa pubblica (leggasi livellamento dei salari verso il basso), al blocco del salario accessorio, di brunettiana memoria prima e della Madia poi, fino alla odierna costruzione di un sistema premiante e meritocratico che fonda la sua ragion d’essere nell’adattamento a modelli organizzativi flessibili del lavoro pubblico, capaci di rispondere a contesti complessi quanto vulnerabili e alle esigenze di una P. A. “smart”.

E’ il cambiamento richiesto dalla Commissione Europea e la prima azione riformatrice del Recovery Plan di Draghi

Se è vero che appaiono lontano nel tempo i tagli al costo del personale con l’impegno del Governo a rivedere la norma sul sostanziale blocco del salario accessorio e a far ripartire le assunzioni nella P. A., il patto siglato ieri con la triplice delinea in 6 punti una visione iper produttivista dell’azione della P. A. sempre più orientata ai bisogni dell’impresa e del mercato.

Un modello organizzativo privatistico che ammette differenti livelli retributivi, favorisce la contrattazione integrativa e decentrata, il welfare contrattuale e le forme di previdenza complementare.

Chi si attendeva dall’eccezionalità della fase pandemica una riperimetrazione della funzione sociale dello Stato, attraverso la sua dorsale amministrativa, a garanzia dei diritti e delle tutele universali, dovrà cogliere i frutti amari della ingente quantità di risorse che vi saranno destinate. Oppure sfidare, per davvero, il rivisitato regime pattizio della coesione sociale scegliendo il pane e le rose.

 

Allegati:

Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale