IL GREEN PASS SEGNA IL FALLIMENTO DEL GOVERNO, ORA DIMISSIONI

Adattamanto da foto di EU2017EE Estonian Presidency da Flikr

DI PIERLUIGI PENNATI

In tanti ci avevano provato, ma nessuno era riuscito a tanto, manovre economiche, riforme delle pensioni, persino durante il lock down non si erano raggiunti livelli tali di confusione e divisione, ma il drago Mario ci è riuscito navigando così a vista che più a vista non si può ed a meno di un giorno dall’entrata in vigore del green pass obbligatorio sul posto di lavoro convoca quelle CGIL CISL e UIL ormai asservite al governo di turno per trovare una soluzione al problema da lui stesso creato, o, meglio, per cercare di contenere le reazioni dei lavoratori all’ennesimo errore che sarà fatto in nome di Confindustria.

Nessuno mette in dubbio che, come economista, Draghi abbia lavorato bene al servizio delle banche, è al servizio dei cittadini che pare non essere all’altezza, avevamo davvero bisogno di un economista al governo?

I fatti sono lapidari: la legge c’era già e bastava applicarla, la responsabilità e gli oneri sul posto di lavoro ricadono inequivocabilmente nel perimetro della sicurezza sul lavoro, sono i datori di lavoro che devono assumere tutti quei provvedimenti che ritengano opportuni e/o necessari per salvaguardare la salute dei propri dipendenti sul posto di lavoro senza che questi ne abbiano gli oneri, siano essi distanziamento, utilizzo di dispositivi di protezione individuali o collettivi o persino necessità di ristrutturazione, ma evidentemente Confindustria non avrebbe gradito.

Di certo, se questo era semplice, avrebbe scontentato gli industriali e certo un economista di fama mondiale come Mario Draghi non poteva permetterlo, così generare divisioni, conflitti, e disorientamento sembra essere stata la soluzione prescelta, salvo dover rincorrere sé stessi, così a meno di un giorno dall’entrata in vigore dell’obbligo di presentazione del green pass, che non è un segreto sia stato fortemente voluto solo per incentivare le vaccinazioni, salta anche il limite delle 48 ore per la sua presentazione, le aziende potranno richiederlo con l’anticipo che ritengano necessario per pianificare le attività senza soluzione di continuità.

In altre parole, sarà chiesto ai lavoratori se la settimana o il mese prossimo o addirittura fino a dicembre intendono pagarsi il tampone e quando, pena il licenziamento se non mantengono la parola data, perché se presentare il green pass non è obbligatorio, una volta assicurato che lo si avrà sarà praticamente impossibile giustificarne il mancato possesso con cause di forza maggiore.

Questo è scaricare ancora una volta costi e responsabilità propri sull’anello più debole, eppure il popolo, secondo la nostra Costituzione, dovrebbe essere sovrano, ma da tempo abbiamo abdicato questa nostra sovranità all’economia e se tutto ciò non basta a comprendere che serve un cambio di passo, che il popolo debba tornare ad essere il centro dell’economia e non il mero denaro, spesso virtuale dei mercati, allora siamo destinati solo a peggiorare le cose, povertà e schiavitù salariale saranno presto inevitabili.

Se fossimo in uno stato civile questo governo dovrebbe dimettersi, se fossimo in uno stato di diritto questo governo non esisterebbe.