Susanna Camusso e Annamaria Furlan sono candidate alle prossime elezioni politiche nelle file del partito democratico.
Nulla di nuovo, sono numerosi i precedenti di sindacalisti con ruoli di primo piano che transitano a fine carriera dal sindacato alla politica, Epifani, Cofferati, Baretta, Fedeli solo per citarne alcuni. Tuttavia difficile non avere un moto di indignazione per questa discesa in campo.
Il malcostume non riguarda la cooptazione nel parlamento dei sindacalisti, quanto invece la conferma delle ragioni della loro estrema passività, quando non complicità, con i diversi governi che hanno progressivamente destrutturato il sistema di diritti e tutele del lavoro.
Entrambe erano alla guida delle rispettive confederazioni durante il governo Renzi e fecero ben poco per impedire l’approvazione del Jobs Act con la cancellazione dell’art.18 a difesa dei licenziamenti illegittimi.
Il sorriso di Susanna Camusso a colazione con Mario Monti nel 2012, immortalati in una foto simbolo durante la stagione del governo tecnico del banchiere, allegramente impegnato a cancellare le pensioni da lavoro insieme alla sua professoressa Fornero dice molto di più di qualsiasi ragionamento complesso sulla coerenza e indipendenza della ex segretaria generale Cgil.
La Furlan schierò “la sua CISL” a favore del Governo e dei suoi provvedimenti.
Non è quindi un caso che le due ex segretarie generali si ritrovino nel PD, nel partito cioè che più di tutti ha lavorato scientemente per colpire i lavoratori e il movimento sindacale.
A coloro che ipocritamente ritengono che queste candidature portino nel PD gli interessi dei lavoratori sarebbe sufficiente ricordare che tutti gli ex sindacalisti Cgil Cisl e Uil hanno in parlamento votato a favore del Jobs Act, della Fornero ecc. Difficile immaginare che Camusso e Furlan si sottraggano a questa cooptazione, chiarendo senza dubbi cosa intendano per “autonomia delle parti sociali.”
L’arretratezza dei diritti sociali ed economici che si registrano in Italia da più di 30 anni non troverà soluzione con queste candidature .
Per queste semplici ragioni, sebbene ve ne siano altre a partire dal narcisismo patologico di larga parte del gruppo dirigente anni ’70 che non ha alcuna intenzione di farsi da parte con la presunzione, destituita di ogni fondamento, di essere indispensabili, stentiamo a fare gli auguri a Susanna Camusso e Annamaria Furlan per la nuova esperienza politica.
Abbiamo il difetto della memoria.