DI SERGIO BELLAVITA
La tormentata e infinita vicenda del presunto salvataggio Alitalia, azienda ormai trasbordata, almeno ciò che resta, nella nuova compagnia ITA sembra riservare nuove e inquietanti sviluppi.
Il governo ha comunicato alle organizzazioni sindacali la volontà di costruire un nuovo contratto nazionale specifico per la nuova compagnia ITA.
Ovviamente con l’unico obbiettivo di ridurre nuovamente il costo del lavoro e precarizzare i lavoratori e le lavoratrici.
Per fare ciò sarà costretta a risolvere l’appartenenza alla associazione datoriale.
Esattamente lo stesso percorso che Marchionne, con la scusa di avere garanzie sugli investimenti in Italia, attuò nel lontano 2010 partendo dallo stabilimento di Pomigliano per poi estenderlo a tutto il gruppo.
Ovviamente il fatto che sia un governo a scegliere questa strada rende ben più sovversiva la rottura con il tradizionale rispetto dei contratti nazionali di lavoro.
Ciò che rende ancora più grottesca la vicenda è che parliamo esattamente dello stesso governo che ha sottoscritto con CGIL CISL UIL impegni formali al rispetto dei CCNL contro i contratti pirata.
Al momento il sindacato è o pare compattamente contro questa vergognosa ipotesi del governo.
Non sappiamo come si concluderà questa vicenda ma resta la gravità assoluta delle dichiarazioni del governo Draghi a cui manca, drammaticamente, un opposizione sociale.